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L’antor platonico sti dell’ amore ideale. Non vi basta, Tasso, non vi basta Petrarca, volgete gli occhi a Dante! Io sono ben sicura che nessuno vorrà tacciare Dante di ingenuità nè di fiacchezza, mentre mi punge il dubbio — e più che dubbio — essere la malata fioritura decadente a cui assistiamo una prova di generale povertà e di quel cinismo che, per P eterna legge degli estremi che si toccano, potrebbe bene rappresentare P anello più prossimo alla ingenuità.
Pensino a Dante coloro i quali credono che l’amore consista tutto in un amplesso; e pensino a Fran-