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98 l'amuleto


volle venire a guardare dietro la spalliera della mia poltrona e la udii che mormorava tornando al gruppo degli ouistiti: “Non vale proprio la pena di lasciare il proprio paese.„ Io arrossii lievemente ponendo la mano distesa sotto la fronte a schermo degli occhi. Egli vide e con grande delicatezza cambiò la corrente delle idee, sorvolando sul mio imbarazzo sì che l’antica tristezza, per un momento risorta, tornava a quietarsi nell’onda di letizia che mio cugino sapeva diffondere intorno a sè; una letizia profonda e serena di spirito superiore, di chi sa elevarsi al disopra di ogni miseria umana e dominarla. Era precisamente questa impressione di sentirmi sorretta e portata che mi faceva stare tanto bene accanto a Lui, che mi metteva nel cuore una fiducia più dolce di qualsiasi sentimento, che mi faceva trovare qualche cosa della indulgenza di un maestro buono anche nelle sue violenze. E là nella sua casa,