Pagina:Neera - L'amuleto.djvu/182

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l'amuleto 177


Querciaia mi apparve colla sua strana architettura multiforme di rôcca e di convento insieme. Feci fermare dinanzi alla porticina del padiglione che mi venne aperta da mio cugino in persona.

— Voi! — esclamò, e nessuna parola potrebbe esprimere ciò che vi era di sovrumano nel suo accento e nel suo sguardo.

In piedi, sulla soglia, circondata da un fitto nuvolo di neve, io non sapevo come spiegare la mia presenza. Fu Lui che mi prese per la mano con dolce impero e rapidamente, in poche parole, ci intendemmo.

Mi guidò presso la fanciulla che si trovava in uno stato compassionevole e che mi guardò senza stupore ricevendo le mie prime parole con una atonia di persona che il dolore rende quasi demente.

La camera dove si trovava era nuda, gelida; vi era stato acceso il fuoco evidentemente ma nessuno lo aveva alimentato. Osservandola non mi parve