Pagina:Neera - La sottana del Diavolo, Milano, Treves, 1912.djvu/84

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78 il convegno dei sette peccati


relle siamo riunite non ho che a scatenare il mio dèmone per vedervi tutte l’una contro l’altra. Tu per la prima, Superbia, invidii le belle forme e il sorriso incantatore di Lussuria.

La donna in trono si morse le labbra per dispetto. Invidia che la guardava col suo occhio unico torbido, mentre l’occhio di vetro riluceva sinistramente, continuò:

— Voi vi saziate qualche volta, io mai. Io sono la lupa dal ventre concavo e dalle fauci bramose che gira sempre in cerca di preda. Non udite i sordi rumori che salgono da ogni parte del mondo? Io sollevo i popoli come voi sollevate una festuca. Qualunque arma mi serve; perfino la Verità che so violentare e condurre a’ miei fini, perfino l’Innocenza che accieco e della quale mi faccio scudo. Chi rompe le amicizie, chi disunisce le famiglie, chi mette in guerra i popoli, chi insidia il trono dei re? Io. Vedete quelle case silenziose, quegli austeri conventi dove nel nome di Cristo stanno riunite tante pie suore, tanti religiosi fratelli? Essi hanno rinunciato alle tue pompe o Superbia, alle tue tentazioni o Lussuria ed alle tue o Gola; essi dànno un pane a chi non ne ha e la regola vieta loro di essere oziosi ed iracondi. Sono soli con Dio.