Pagina:Neera - Nel sogno.djvu/41

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l'asceta. 27


con loro accanto alle loro miserie ed ai loro vizi; aveva pure frantumato il cuore per darne un pezzetto a ciascuno; era stato volte a volte padre, fratello, maestro, servo. Aveva il diritto di appartenersi tutto intero, di offrirsi anima e corpo, sentimento ed azione, al suo eterno amore.

E come da quelle vette gli pioveva un senso di pace ineffabile, una coscienza alta e serena della propria individualità! Poiché non aveva chiesto nulla al mondo, doveva aspettarsi tutto da Dio. L’invisibile gli apparteneva. Egli si sentiva re dell’ignoto, del susurro dei venti, dell’ombra dei boschi, dello sfolgorìo delle stelle — re del mistero, a cui le estasi profonde dell’anima non negavano alcuna delle loro voluttà, per cui le leggi del creato, spogliandosi di ogni significato materiale, ritornavano alla pura es-