Pagina:Neera - Senio, Galli, 1892.djvu/206

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timento di una finezza tutta femminile, la signora Aldobrandi aveva voluto lasciarlo libero nei giorni che passava presso la sorella; e questo lo persuadeva che anche il cuore di lei fosse prossimo alla rassegnazione. Delle due versioni: ch’ella soffrisse o che fosse calma, la seconda era la sola che gli facesse piacere; doveva dunque essere la vera e la addotto subito senza altro esame.

Così trascorse quindici giorni sereni nella affettuosa compagnia di Corinna, di Orsola e della piccola Dina: la quale era sempre meno piccola e sempre più cara; cara sopratutto per una soffusa intima malinconia che si era sovrapposta in lei alle grazie dell’infanzia, che le improvvisava nella chiarezza innocente della sua vita un angolo misterioso, una specie di tempio chiuso dove ardono ignoti profumi.

— Non la maritate questa ragazza? — chiese una volta Senio alla sorella.

— A chi mai, se in paese non c’è nessuno!