Pagina:Neera - Un romanzo, Brigola, Milano, 1877.djvu/139

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colo scese in cantina a spillare quello che ci voleva per il signore.

Olimpio si avvicinò intanto alla giovinetta che tremava e arrossiva curvando il capo sul lavoro — le passò una mano sotto il mento e obbligandola ad alzare gli occhi, le disse:

— Seria questa sera?

Era sua intenzione di fare la seria e credeva proprio che vi sarebbe riuscita — ma quando lo sguardo d’Olimpio le si posò scrutatore negli occhi e la mano di lui morbida e nervosa le ebbe accarezzata la guancia, ricadendo sulla spalla con meditata trascuratezza — fermandovisi — eterno Iddio! che poteva ella fare, se non amarlo a dispetto di tutto?

Sorrise tra il crucciato e il vergognoso — egli replicò:

— Non mi vuoi più bene?

Come era insinuante la sua voce! Maria rispose raccogliendo tutte le sue forze:

— Io non devo amarlo!

— Perchè, mia bella? — e la mano che posava sull’omero scese e girò intorno alla vita.

— È peccato....

— Davvero? Chi te l’ha detto?

— È peccato perchè.... lei....

L’oste che tornava col vino sospese la dichiarazione