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Una giovinezza del secolo XIX 69

bio che dovevo essere allora non oltre i sette anni. La collera e il pianto, di cui si fa menzione e che io non ricordo, vennero presto sostituite da un muto dolore in tutte quelle occasioni di rimprovero o di accusa nelle quali intravedevo una ingiustizia. Avevo anche abbastanza sviluppato il senso della realtà per adattarmi senza proteste all’inevitabile; così entrai rassegnata e calma nell’internato della mia scuola a terminare l’anno scolastico, finchè mio padre avesse sistemato l’ordine della famiglia sconvolto per l’improvvisa morte della diletta compagna. Il suo era stato un vero matrimonio d’amore e di stima che nessuna nube aveva alterato mai e la possibilità di una seconda moglie non deve nemmeno aver sfiorato il suo pensiero fermo e fedele. Non poteva tuttavia lasciar soli tre figli ancora adolescenti e fra questo grave dilemma miglior consiglio gli parve quello di persuadere le sue sorelle a venire in casa nostra per tenerci luogo della mamma.


Era una giornata d’autunno avanzato quando rientrai nella casa paterna. Il mio fratellino Stefano giocava in anticamera col cerchio. Gli chiesi dove erano le zie ed egli mi rispose indicandomi