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Pagina:Neera - Vecchie catene, Milano, Brigola, 1878.djvu/144

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lo sentiva, egli era finalmente padrone della sua volontà, e la coscienza che trionfava accendevagli mille raggi sereni nello sguardo — ma generoso nella vittoria, non abusò dei vinti.

Con un saluto, un po’ rigido, prese commiato, lasciando la baronessa sola, impietrita, desolata Niobe sulla rovina di tutte le sue speranze.

*

Una fiera lotta si combatteva intanto nel cuore di Luigi; egli aveva fra le mani la prova materiale che Alessio amava sua moglie. Ma lei, Diana, come accoglieva questo amore?

Il resto della notte Luigi lo passò vegliando in mezzo a tetri pensieri e incerti propositi, finchè sorta l’alba si buttò a giacere vestito sul letto. Angosciose visioni lo tormentavano nel sonno. Egli vedeva Diana sfuggirgli sorridendo col suo pargoletto in braccio, e Cristina rizzarglisi davanti come un fantasma minaccioso; sotto l’incubo che lo opprimeva, la fisionomia della baronessa sembrava assumere forme strane ed espressioni terribili.

Ripetuti colpi all’uscio della sua camera lo tolsero