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Pagina:Neera - Vecchie catene, Milano, Brigola, 1878.djvu/146

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un addio, per il quale mi ridonerai la tua amicizia e la tua stima.

Luigi si scosse; aveva egli frainteso?

— Spiegati... — mormorò.

— Amo tua moglie... e parto.

— Ma Diana?

— Non sa nulla.

Una immensa gioia balenò sulla fronte di Luigi. Trasse il foglio che aveva tolto di mano alla baronessa e lo porse ad Alessio. Questi arrossì, confessando schiettamente di averlo scritto in un momento di delirio, e fu appunto quando si accorse di averlo smarrito, quando gli si presentò la probabilità che quei versi cadessero sotto gli occhi di Diana, fu allora che intravide l’abisso, e la sua onestà gli suggerì l’eroica risoluzione.

Dopo questa leale confidenza, tutto fu chiaro per Luigi, che, secondo le previsioni di Alessio, fu il primo a stendergli la mano.

Il loro addio fu franco e dignitoso. Luigi lo accompagnò oltre il giardino, fino al cancello, dietro le cui lancie dorate la gaia faccia d’Alessio aveva tante volte sorriso...

Una voce argentina e mesta giunse al loro orecchio traverso un boschetto di magnolie — era Diana che cantarellava al bimbo.

Alessio strinse la mano di Luigi e fuggì.