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Luigi, rimasto solo, tutto turbato per le rapide e varie emozioni che lo avevano colpito in poche ore, sedette su una panchina — la medesima che Diana aveva collocata sotto il suo salice prediletto.
La voce della giovane madre si sentiva ancora mista ai piccoli gridi del fanciullo e, come accompagnamento al duetto simpatico, gli uccelli mattutini cinguettavano fra i rami inneggiando alla bella natura.
— Ma perchè mai Luigi non si slanciava sulle traccie di quella voce? Perchè non volava incontro a Diana? Perchè?...
— Signora, tutti i vostri perchè mi dimostrano — con grande mio rincrescimento — che non avete capito il carattere di Luigi, e che, secondo il vostro desiderio, lo bramereste tutto diverso da quello che è. Ma deh! guardatelo il povero giovane; mettete una mano su quel cuore delicato e sensibile, muto e raccolto; sentite come soffre!
Egli era ormai sicuro della purezza di Diana, ma tale purezza lo abbagliava. Pensando che lui, peccatore, aveva osato macchiare con un sospetto le ali candide di quell’angelo, si sentiva smarrire in un dedalo di rimorsi, e la sua nativa timidezza risorgeva a fargli più acuto il dolore.
Egli si considerava immeritevole di felicità, e per eccesso di modestia ingrandiva i suoi torti. Gli sembrava che il suo amore solo non potesse compensare