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Pagina:Neera - Vecchie catene, Milano, Brigola, 1878.djvu/30

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Luigi abbandonò decisamente i fazzoletti di cotone.

Sopraggiunse il mese d’aprile. Le rondinelle pispigliavano sui vetri, olezzavano le rose dall’aperto verone, — ondate d’aria primaverile passavano attraverso i capelli di Luigi, — la baronessa sospirava appoggiandosi al suo braccio e guardando gli alberi che si coprivano di fiori.

Una sera...

Che serve? Saltiamo quella sera, — d’altronde non c’era luna e nessuno si era ricordato di accendere i lumi nel salotto.

Il mesto languore vedovile scompariva come per incanto dal volto di lei, — lui raggiava.

Ma questa bella vita romanzesca non poteva seguire a lungo; i bisogni della vita reale stringevano Luigi alle spalle — benchè a malincuore, dovette finalmente decidersi ad iniziare la sua carriera nel centro di una grande città.

La risorta vedovella non lo lasciò partire senza raccomandazioni, e guidato, istruito da lei, fatto più gentile e più disinvolto, il povero parente del parroco impresse con sicura baldanza la sua prima orma nel mondo.

Le lettere che la baronessa gli scriveva contenevano tutto ciò che l’amore poteva ispirare a una donna colta, educata a tutti i sentimenti elevati, a