Pagina:Neera - Voci della notte, Napoli, Pierro, 1893.djvu/47

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La roba 41


egli l’avrebbe concessa? E se invece la prendeva adesso, di moto proprio, non potendo più chiederla a lui, che gran male! Le restava almeno un cencio di ricordo, il solo, se quella gentaccia le negava il resto.... quasi un diritto. Oh! ed essi che cosa facevano girellando per la casa?... la derubavano com’è vero Dio! La derubavano, lì sulla faccia, spudoratamente, da quei villanacci esosi che erano, che si sarebbero proprio meritati un testamento contro!

Si alzò, barcollando, e andò a smoccolare la candela.

La notte stava per finire. Un chiarore biancastro rompeva le tenebre della finestra, battendo sul rigonfio del letto formato dal cadavere.

La vecchia, che si era appisolata sopra una cassa, si alzò pur essa. Di fronte, nel primo raggio dell’alba, le due donne si guardarono.

— Se Dio vuole è finita! — disse la vecchia, cercando, sotto il livido della faccia che aveva davanti, i segreti pensieri.

L’altra, muta, osservava le dimensioni prese dalla gonna e dal busto della vecchia.

Si squadravano, si pesavano a occhiate, si insultavano reciprocamente in un silenzio cupo, concentrato, dove le narici sole fremevano a guisa di segugi in caccia.

Te tec, te tec... La testa da satiro dello zoppo apparve in mezzo a loro, trasfigurata dall’emozione.