Pagina:Nepote - Vite degli eccellenti comandanti, Sonzogno, Milano.djvu/100

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XXV. T. POMPONIO ATTICO. ed anche le men ragguardevoli. Questo solo vogliamo che si comprenda, che la liberalità di Attico uon fu regolata dipendentemente dai tempi, nè artiflciosa. Il che si può giudicare dalle cose medesime, e dalle circostanze de tempi. Imperciocché non cercò di obbligarsi quelli ch’erano in flore, ma soccorse sempre gli oppressi, siccome frequentò Servilia, madre di Bruto, non meno dopo la morte di lui, che nel tempo florido. Cosi, usando libe ralità, non si fece verun nemico, come colui che non offendeva persona, e se riceveva egli qualche oltraggio, amava meglio dimenticarsene, che prenderne vendetta. I beneflcii poi che ei riceveva, li serbava indelebilmente nella memoria : ma di quei ch’egli avea fatti altrui, se ne ricordava solo in quanto gli si mostrava grata la persona beneficata. Per tanto si avverò in Attico il detto, che ciascun si forma la sua fortuna co’ suoi costumi. In fatti egli non si formò la sua fortuna prima d’aver formato sé medesimo, provvedendo in modo che non potesse in cosa alcuna essere a ragione condannato. XII. Con queste cose adunque fece si che M. Vipsanio Agrippa , con intima famigliarità attaccato al giovine Cesare, e per il suo credito, e per la potenza di Cesare medesimo essendo in grado di poter scegliere qualunque partito, si determinò piuttosto per l’affinità di Attico, ed antepose la figlia d’un cavalier romano alle nozze delle più nobili. E di questo maritaggio fu mediatore (imperocché non è cosa da tacersi) M. Antonio triumviro, a ristabilire la repubblica ; coll’aderenza del quale potendo Pomponio ampliare le sue facoltà, tanto fu lungi dall’a- vidita del danaro, che in nulla se ne prevalse, salvo che nello impetrare a’ suoi amici o perdono o sollievo. Il che molto chiaramente si conobbe nel tempo appunto delia proscrizione. Imperciocché avendo i triumviri, a quel modo che usavasi allora, venduti i beni di L. Saufejo, cavaliere romano, coetaneo di Attico; il quale da molti anni, per attendere alla filosofia, abitava in Atene ed aveva in Italia possessioni di gran valore; tanto s’industriò e si affaticò Attico, che baufejo ebbe nell’ istesso tempo la nuova e di aver perduto e di aver ricuperato il patrimonio. Similmente liberò L. Giulio Calidio, il quale, dappoiché son morti Lucrezio e Catullo, paimi di poter con ragione sostenere, essere il più elegante poeta, che prodotto abbia l’età nostra, nè meno dabben uomo e nelle ottime arti erudito : dopo il bando de’ cavalieri, messo in assenza anch'egli nel ruolo de’ banditi da I*. Volunnio, jopraintendente agli artieri d’Antonio, per i gran poderi 100 VTTK OKU