Pagina:Nepote - Vite degli eccellenti comandanti, Sonzogno, Milano.djvu/20

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rando di (V. PAUSANIA, £ poter pura dall'imminente pericolo liberarsi a fona di ri naro e di potenza, se ne tornò a casa. Appena giuntovi fu messo dagli efori nelle pubbliche carceri. Imperciocché por le loro leggi è permesso a qualunque degli efori cosi usare verso il re. Tuttavia se ne sbrigò : ma non si diminuì però punto il sospetto che di lui avevano: ma durava l’opinione ch’egli avesse intelligenza col re. V’ha una certa sorta di uomini che chiamansi Iloti, una gran moltitudine dei quali attende a coltivar i campi degli Spartani, e fa gli uffizii di servi. Si credeva parimente che sollecitasse costoro colla speranza della libertà. Ma perchè di questi delitti mancavano le prove certe affine di poterlo convincere, stimavano che d’un uomo tale e si illustre, non si dovesse decidere 6opra soli sospetti: ma piuttosto aspettar tempo , che la cosa per sè stessa venisse in chiaro. IV. Intanto un certo Argilio giovanetto, incaricato da Pausauis di recar una lettera ad Artabazo, venutogli sospetto che in essa fosse alcuna cosa toccante la sua perdona, massimamente che niuno di quei che per tal affare orano stati spediti, se n’ era mai ritornato, sciolse i legami della lettera, e toltone il sigillo vi lesse che portandola sarebbe stato ucciso. Erano in quella lettera le cose spettanti alle convenzioni fatte tra il re e Pausania. Consegnò dunque questa lettera agli efori. Non è cjui da trapassarsi sotto silenzio la circospezione degli Spartani Imperciocché neppure la denunzia di costui bastò a in-® durli a catturar Pausania, nè pensarono di dover usare la forza prima ch’egli medesimo da sè non sì fosse scoperto. Pertanto imposero a questo delatore quel che volevano che egli facesse. In Tenaro vi è un tempio di Nettuno che i Greci stimano somma indegnità violare. In quello si rifuggi il delatore, e si pose sull’altare, allato al quale avevano fatto un incavo sotto terra, dal quale se altri avesse parlato con Argilio, si fosse potuto sentire: ivi discesero alcuni degli efori. Sentendo Pausania, che Argilio s’era ritirato nel tempio, tutto turbato colà si portò. E avendolo trovato in atto di supplicare il Dio, assiso sopra l’altare, gli domandò che cosa lo avesse volto a cosi inaspettato partito. Al quale manifestò Argilio quello che dalla lettera aveva ricavato. Vieppiù turbatosi a co- tal risposta Pausania, cominciò a pregarlo che lo tenesse segreto, e in ricompensa de’molti beneflcii fattigli non lo tradisse : che se egli avesse prestato un tal servigio, ed avesselo ajutato a liberarsi del grave imbarazzo in cui si trovava, ne avrebbe avuto gran guiderdone. V. Sentite queste cose, gli efori stimarono che fosse meglio il prenderlo in città. E però colà si portarono. Ma Pausania, poiché gli parve d’aver placato Argilio, riti- 30 VITE DEQL1