Pagina:Nepote - Vite degli eccellenti comandanti, Sonzogno, Milano.djvu/54

Da Wikisource.

XIV. DATAMB. gg ed il luogo dove essere insieme. Ivi venne Mitridate alcuni giorni prima con un buo fidatissimo, e in più iuo_ ghi separatamente nascose de’ pugnali, segnandone diligentemente i siti. Nel giorno stesso poi fissato pel colloquio mandano entrambi chi spii il luogo, ed esamini le persone medesime. Quindi vennero ad abboccarsi. Qui dopo che alquanto di tempo ebbero ragionato insieme, e ciascuno essendo partito per diversa strada, e Datarne essendo già lungi, Mitridate, prima che raggiungesse i suoi, per non dare verun sospetto, ritornò nel msdesimo luogo, e colà ov’era un’arme nascosta ni pose a sedere, come chi volesse dalla stanchezza riposarsi, e richiamò Datarne, fingendo d’aver dimenticato di dirgli alcuna cosa. Intanto cavò fuori il ferro nascosto, esguainato.se 10 pose sotto la veste, e avvicinandosi a Datarne, gli disse d’aver osservato un certo sito, che di là aveano in faccia, 11 quale sarebbe stato molto a proposito per porvi il campo. Il qual sito mentre gli accennava col dito, e Datarne vi ponea mente, per di dietro il trafisse col ferro, e prima che altri potesse venir in soccorso, lo uccise Cosi quel valent’uomo, che molti avea colti col senno, e nessuno colla perfidia, fu preso al laccio della falsa amicizia. XV. EPAMINONDA. I. Prefazione e disposizione della materia. — il. Puerizia ed ado lescenza di Epaminonda. — 111. Sue virtù. — IV. Esempio di disinteresse. — V. Detti arguti contro Meneclide. — VI. Motti contro Callistrato ateniese e gli Spartani. — VII. Dimeni ira le ingiurie. Ritiene il comando più del tempo stabilito — Vili. Venendo accusato si difende con bellissimo artifizio. — IX. Muore invitto a Mantinea. — X. Come difendesse il proprio celibato. Aborriva dalla viltoria civile. Epaminonda quasi unica gloria di Tebe. I. Epaminonda fu tebano, figliuolo di Polinno. Prima di dir nulla di costui, mi pare doversi avvertire i lettori, che non misurino gli stranieri costumi dai loro; e nou si diano a credere, che quelle cose che appresso loro sono leggiere anzi che no, lo sieno state ugualmente appresso le altre nazioni. Ben sappiamo, che secondo le nostre massime la musica noe si confà col carattere di principe e che il ballare pure si annovera tra’ vizii. 1 quali eser- cizii appo i Greci sono graditi e lodevoli. Volendo adunque fare il ritratto del costume e della vita di Epaminonda, crediamo di non dover ometter Dulia noi di ciò 54