Pagina:Nepote - Vite degli eccellenti comandanti, Sonzogno, Milano.djvu/68

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XVI1L EUMENE. I Cariche di Eumene presso i.re macedoni. II Ottiene In sorte il governo della Cappadocia. E caro e fedele a Perdicca. — III. Posto cpntro gli Europei da Perdicca, prudentemente fa marciare i soldati per una via fuor di mano. — IV. Vince Cratero e Neotto- lemo. — V. Assente é condannato a morte. Assediato nel castello denominalo Nora, salva sé e i suoi. — VI. Mende buoni servigi ad Olimpia ed ai figli di Alessandro. — VII. Si dispone a guerreggiar contro Antigono a nome di Alessandro. — Vili. Vincitore di Antigono, frena l’arroganza dei veierani. - IX Con un astuto stratagemma arresta i’impeto di Antigono. — X. Vittorioso è dato da' suoi nelle mani del vinto Antigono. - XI. Intollerante della prigionia chiede egli stesso la propria morte; — XII. la quale essendo stata decisa in consiglio, e tentala colla fame, vien consumata col ferro. — XIII. Morto Eumene, i Prefetti si usurpano il nome di re. Suoi onorevoli funerali. I. Eumene fu cardiano. Se alla costui virtù fosse stata eguale la fortuna, non sarebb’ egli veramente stato più grand’uomo, ma assai più illustre, e più onorato; misurando noi gli uomini grandi dalla virtù, e non dalla fortuna. Imperciocché essendo egli vissuto in quei tempi in cui fiorivano i Macedoni, molto gli tolse vivendo fra quelli, 1’ esser di città straniera: ed a costui nuli’ altro mancò, che una stirpe valorosa in arme. Comechè egli fosse tra’ suoi di altissimo lignaggio, pure i Macedoni mal volentieri soffrivano, che fOBse loro alcuna volta anteposto; il che però erano costretti a comportare. Imperciocché tutti sopravanzava nell’accuratezza, nella vigilanza, nella pazienza, nella sagacità e nella prontezza ùelFingegno. Costui ancora molto giovine ottenne l’amicizia di Filippo, figliuolo di Aminta, e ne acquistò in breve la famigliarità più stretta. Riluceva in lui già da quell’età un’indole virtuosa: e però il re sei teneva allato come scrivano; la qual cosa appo i Greci è molto più onorifica che appo i Romani. Imperciocché presso noi gli scrivani sono riputati, come di fatti sono, gente mercenaria; ma presso di quelli per l'opposto niuno è ammesso a quest’uffizio, se non è nobilmente nato, e di nota fede, ed abilità; poich’è necessario ch'egli sia a parte di tutti i secreti. Questo grado di amicizia tenne egli presso Filippo durante sette anni. Ucciso quello, fu nel medesimo grado presso Alessandro per lo spazio di tredici anni. In ultimo comandò anche una della due ali della cavalleria, ahc ttrrice al appellava. SI al padre, come al figlio assi38 VI