Pagina:Nepote - Vite degli eccellenti comandanti, Sonzogno, Milano.djvu/72

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JTVII1. KUMKNB. 71 Vfl. Eumene pertanto raccolse truppe ed apparecchi* la guerra contro Antigono. E perchè vferan con lui molti nobili Macedoni, fra'quali Hauceste, che era stato o-nardia del corpo d’Alessandro, ed aveva allora il comando della Persia, ed Antigono, che comandava alla falange de’Ma- cedoni; temendo l’invidia (dalla quale non si potè tuttavia schermire) quando avesse tenuto le redini del governo piuttosto egli forestiero che alcuno de’Macedoni, di cui vi era gran numero; piantò negli alloggiamenti do capitani un padiglione a nome d’Alessandro, ed in esso fece porre il seggio dorato con lo scettro e col diadema, e volle che questo fosse il luogo, ove ogni giorno tutti gli uffiziali si raunassero, per tenervi le consulte sopra gli affari di maggior importanza; avvisando, che si sarebbe tirato addosso minor invidia, se apparisse, che egli regolasse !a guerra sotto la figura del comando, e la finzione del nome d’Alessandro. E cosi fu per l’appunto Imperciocché facendosi le assemblee, non già al padiglione d’ Eumene, ma a quello del re, ed ivi deliberandosi degli affari, Eumene per certo modo non compariva, ma in sostanza faceva egli solo ogni cosa. Vili. In vicinanza di Paretaca ebbe Eumene una zuffa con Antigono: non già a truppe schierate in campo, ma incontrandosi in viaggio, malmenatolo, il costrinse a ritornarsene a passar l’inverno nella Media, ed egli nel confinante paese della Persia distribuì i quartieri alle sue truppe, non già come egli volle, ma come piacque a’ soldati. Imperciocché quella falange d’Alessandro, che scorsa avea l’Asia, e soggiogati i Persiani, invecchiata nella gloria e neH’arroganza, pretendeva di non ubbidire a’ge- ncrali, ma di comandare, com’ ora fanno i nostri veterani, i quali perciò v’ è pericolo che facciano come quelli hanno fatto, cioè che per la loro insolenza, e soverchia sfrenatezza ogni cosa mandino a male, involgendo nella rovina, non meno quelli, dal cui partito si sono posti, che quelli, contro de’quali han volte le armi. Chi leg-ge i fatti de’ve terani Macedoni, sappia che quei de’nostri sono per l’appunto somiglianti; e che non v’ha altra differenza, che del tempo. Ma a’ Macedoni ritornando, avean questi presi i quartieri d’inverno, non secondo i buoni principii di guerra, ma a dettame della loro dissolutezza, e si erano distribuiti assai lontani gli uni dagli altri. Com’ebbe ciò inteso Antigono, che ben sapeva non essere abbastanza forte contro de’ nemici quand’ erano in pronto, pensò d'esser tempo d’appigliarsi a qualche nuovo stratagemma. Due erano le strade, che dalla Media, ov’egli era acquartierato, conducevano ai quartieri de’suoi av- veraarii. La più breve era per luoghi deserti, ove per la «carsezra dell’ acqua niuno abitava, de) resto importava 73 VITE DUOLI ECCELLENTI