Pagina:Nepote - Vite degli eccellenti comandanti, Sonzogno, Milano.djvu/79

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78 • VITE NKOI.I ECCELLENTI COMANDANTI mani, ma uon volle neppur vedere il sangue fraterno. Imperciocché nfl' tempo che segui il fatto, egli si tenne lontano con le guardie, affinchè ninno de’ satelliti potesse recar soccorso. Questa sua bellissima impresa non fu del pari da tutti approvata; imperciocché alcuni stimavano lui avere violato l’amor fraterno, e per invidia defrauda- fano la virtù della dovuta lode. La madre poi dopo questo l'atto non ricevette mai più il figlio in casa, nè inai più Io guardò in viso, che detestandolo noi chiamasse fratricida ed empio. Le quali parole tanta impressione fecero nell’animo di lui, che fu alcuna volta per darsi morte, e cosi sottrarsi agli occhi degl’ingrati. II. Frattanto, ucciso Dione in Siracusa, Dionisio s’impadronì di nuovo di questa città, e gli avversarti suoi ehieser soccorso a que’ di Corinto, ed un generale, che li reggesse in guerra. Quivi adunque mandato Timoleoute, con una felicita incredibile scacciò Dionisio da tutta la Sicilia. Potendolo ammazzare, non volle, anzi fece si che arrivasse a salvamento In Corinto, perchè la potenza di ambidue i Dionisii avea più d’una volta ajutati i Corintii. Del qual buon cuore volea che permanesse la memoria ; e veramente ragguardevole giudicava quella vittoria, nella quale più campeggiasse la clemenza, che la crudeltà; Analmente ciò fece affinchè non pur s’udisse per fama, ma cogli occhi si rimirasse qual uomo fosse, e da qual regno in qual umile stato ei lo avesse ridotto. Rovinato Dionisio, volse Timoleoute la guerra contro d’Iceta, che si era opposto a Dionisio non già per odio di tirannia, ma per avidita di esercitarla egli stesso, di che ne fu manifesto indizio il non aver egli voluto, dopo che fu scacciato Dionisio, deporre il comando. Vinto costui, presso al fiume Cri- messo, mise in fuga una grande armata dei Cartaginesi, i quali avendo già da molti anni posseduta la Sicilia, furono da lui costretti ad aver per buon patto di potersi tener l’Africa. Prese anche Mamerco, capitano italiano, uomo bellicoso e potente, che venuto era in Sicilia per ajutare i tiranni. III. Terminate le quali imprese, vedendo che la lunga gueira avea non pur le campagne, ma ancora le città spopolate, cercò d ognintorno quanta gente potè, cominciando a far venire coloni siciliani, quindi chiamandone da Corinto, giacché i primi fondatori di Siracusa erano stati i Corintii. Agli antichi cittadini restituì i loro beni, e divise ai nuovi le possessioni rimaste, per la guerra, prive di padrone : rifece le mura diroccate delle città, e i templi distrutti : restituì a ciascun popolo le proprie leggi e la libertà : da una guerra fierissima fe’ che l’isola tutta passasse ad una si tranquilla pace, che pareva egli il fondatore di quella città, anzi che coloro che v’ avean da