Pagina:Nepote - Vite degli eccellenti comandanti, Sonzogno, Milano.djvu/92

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XXIU. ANNIBAI ft. C|J il permise In aorte, cioè Filino e Sosilo spartano - n sto Sosilo fu quello che insegnò art Annibale la trre.rx favella. Ma tempo è ornai che diam fino a questo libro e passiamo ad esporre i comandami romani, acciocché più agevolmente, col confronto delle gesta di quusti e di quelli, giudicar si possa quai sieno da preferirsi. XXIV. M. PORZIO CATONE. (Dal libro degli storici latini di Cornelio Pf pote.) I Catone giovanetto, questore, edile, pretore. Conduce Ennio a Roma. — 11. Essendo console ottiene in governo la Spagna inferiore E anche censore severissimo. 111. Su# elogio, stuilii, scritti. I. Nacque Catone nel municipio di Toscolo. Ancor gio vine, prima di entrare nelle cariche, si trattenne ne’ Sabini perchè ivi aveva una possessione ereditata dal padre Per consiglio di L. Valerio Fiacco, cui ebbe poi per collega nel consolato e nella censura, com’era solito raccontare M. Perpenna censorino, passò a Roma: cominciò ad esercitarsi nel foro. D’anni diecisette fu per la prima volta soldato. Essendo console Quinto Fabio, M. Claudio fu tribuno de' soldati nella Sicilia. Quinci ritornato seguitò le armi di C. Claudio Nerone, e si fe’ grande onore nella giornata campale vicino a Sena, nella quale restò morto Asdrubale fratello d’Annibale. Toccò in questore a Publio Cornelio Scipione Aflricano, console: col quale non visse secondo che la congiunzione della sorte pareva richiedere. Imperciocché fu in tutta la sua vita da fui discordante. Fu ereato edile della plebe con C. Elvio. Fu pretore in Sardegna, dalla quale nel tempo della sua questura , venendo d’Atfrica, avea seco condotto il poeta Q. Ennio: la quale azione da noi non si apprezza meno di qualunque più nobile trionfo sardico. II. Ottenne il consolato in compagnia di L. Valerio Fiacco, e toccatagli in governo la Spagna Citeriore, ne riportò il trionfo. Ivi egli più a lungo fermandosi, P. Scipione Affricano, console per la seconda volta, nel cui primo consolato egli era stato questore, gli volle far deporre il governo, ed egli stesso succedergli. Ma ciò non potè dal Senato ottenere che avvenisse, comechè Scipione fosse in Roma tenuto come primo; perchè allora non colla potenza, ma colla giustìzia era la repubblica amministrata. Della qual cosa mossosi a sdegno, finito che fu il consolato, se ne stette rt’allora in poi in Roma corriti pri 03 Vi