Pagina:Non più illusioni (Carpi).djvu/6

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lamenti di quelle provincie alla Monarchia Costituzionale della casa di Savoia, voto che si ripete oramai da ogni lato d’Italia, in quelle forme che le peculiari condizioni delle varie provincie il consentono.

L’indipendenza nazionale resa nuovamente iperbolica dalle stipulazioni di Zurigo, ecco il cemento che unì ad un solo scopo tutti i partiti che generosi intesero alla redenzione dell’Italia; e sparirono così di un tratto per gl’insorti contrasti, tutte le gradazioni di opinioni di forme e di mezzi, che tennero sin qui divisi gli animi a gran conforto dei nostri nemici.

Nelle provincie dell’Emilia, vale a dire in tutto il paese che giace sul versante orientale degli Appennini non una parola autorevole sorse ad elevar dubbi sulla utilità e l’opportunità dell’annessione, ripugnandosi unanimemente l’insidioso concetto della federazione di piccoli Stati autonomi, fosse pure sotto il manto specioso di dinastie nostrali, e con tanto maggiore sdegno poi respingendosi ogni idea di qualsiasi signoria straniera.

E bene si apposero quei popoli, sapendo come la patria nostra fu ludibrio di ogni gente per le sue divise signorie, e scontò a lagrime di sangue le dominazioni straniere di ogni forma e natura. Una federazione nelle condizioni geografiche e politiche dell’Italia, che giace frammezzo a potentissime e compatte nazioni, sarà mai sempre argomento supremo di debolezza, e non può per essa invocarsi che da invidi nemici, o da amici gelosi.

E mi conforta in questa sentenza l’opinione di Toqueville il quale diceva1 — non credere che i popoli

  1. De la démocratie en Amérique, pag. 177.