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colse presso la sua dimora alla Riviera di Chiaia. Fra tanti dimostranti si notava una donna balda, ed era Antonetta Pace. Non appena ai balconi comparvero i primi lumi, da tutte parti scoppiò fragoroso, immenso il grido di Viva l’Italia, Viva Vittorio Emmanuele!
Molti affermano che fu Ferdinando Airoldi da Ostuni, che gittò il primo grido; a me invece sembrò la voce di Giuseppe Leuzzi da Noci.
La dimostrazione non si fermò alla Riviera di Chiaia: si volle proceder oltre verso il Chiatamone, ove risiedeva l’ambasciatore francese Brenier, per acclamare alla Francia e a Napoleone III. Ivi però si trovarono numerosi cordoni di truppa, che caricarono la folla e la sbaragliarono. All’urto molti caddero, altri furono quasi schiacciati vicino alle mura, ed alcuni sbalzati su quella scaletta che scendeva all’acqua ferrata. Tra questi ultimi si trovarono Vincenzo Tanturri e Teodoro Cottrau, che nel tafferuglio perdè le scarpe, e bisognò che tornasse a casa in calzette.
In un momento le vie di Toledo e di Chiaia furono asserragliate da truppe, da squadroni di cavalleria, da cannoni con miccie accese: apparato tardivo, perchè la dimostrazione era già avvenuta.
In quella stessa notte si fecero più di cento arresti; ed agli arrestati i poliziotti dicevano per ischerno: ora per uscire di prigione non vi rimane a fare altro che una supplica a Vittorio Emmanuele od a Napoleone III.