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scinato dalla corrente, alla quale non si poteva più mettere riparo, ma invece a quei tristi Consiglieri che lo ridussero ad apporre la firma a quel suo primo malaugurato atto di governo.

Narro in ultimo un aneddoto, che può aver riscontro con qualche pagina di Zola nel romanzo della Madonna di Lourdes, e che ritrae grandemente i Borboni.

Ad una giovane di Terra di Lavoro, isterica e paralitica alle braccia, apparve una notte in sogno Maria Cristina di Savoia, madre di Francesco II, e le rivelò che non sarebbe altrimenti guarita se non pregando ferventemente sulla tomba, ove riposavano le sue ossa. Si svegliò piena di fede, e l’istesso giorno accompagnata dalla madre, venne in Napoli. Volle prima consultare un medico di fama, e fu Pietro Ramaglia, il quale, osservatala minutamente, constatò la paralisi. Alla domanda di lei se potesse guarire, rispose di sì, poichè quella paralisi non era sostenuta da vizio organico, ma da semplice squilibrio nervoso. In quanto alla cura disse di non confidare troppo nelle medicine prese alla farmacia, sibbene in un cambiamento assoluto di vita, o in qualche scossa morale che potea giovarle.

A tal proposito le raccontò, che una donna intieramente paralitica, ed in tale stato da non potersi più muovere di letto, udendo gridare che s’era appiccato il fuoco alla sua casa, la quale andava già in fiamme, fu colta da tale spavento,