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Pagina:Notizie biografiche di S. Eminenza Reverendissima il cardinale Giuseppe Morozzo (Avogadro di Valdengo).djvu/11

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lasciava Fontainebleau. Una scaltra e segreta politica aveva però ordinato, che lento fosse il ritorno a Roma del Pontefice, sulla speranza che le sorti migliorassero dell’impero. A Savona dovette quindi nel corso del viaggio passar qualche tempo in preda a nuove angustie. Frettoloso qui corse ad incontrarlo l’Arcivescovo di Tebe. Colla massima effusione di cuore l’accolse il travagliato Pontefice, e con esso le amarezze divise del paterno suo cuore.

Rimesso infine in libertà: al suo fianco lo volle compagno nel resto del viaggio a Roma, Murat tentò opporsi al ritorno del Papa ne’ suoi Stati. Prima di riceverlo in Cesena Pio VII confidò alla fede ed abilità sperimentata di monsignor Morozzo di presentarglisi in Bologna per sì difficile negozio. Va egli per effetto, e la cosa ottiene l’esito desiderato.

Rientrato Pio VII al Vaticano tosto restituì l’Arcivescovo di Tebe alla carica di segretario de’ Vescovi e Regolari. Ma nuovi turbamenti insorgevano ancora ad allontanare la promessa pace. Ricomposta da ultimo stabilmente Europa all’antico equilibrio, mercè una scossa sì fiera come quella che il ruppe, volendo il Sommo Pontefice premiare i grandi meriti di Monsig. Morozzo, nel concistoro 8 marzo 1816, lo creò Cardinale di Santa Chiesa. Onorava il novello Porporato l’ostro romano colle sue virtù e indefesso lavorava a vantaggio dell’orbe cattolico nelle commissioni speciali dal Pontefice a lui affidate, e nelle Congregazioni dei Vescovi e Regolari, Propaganda, Indice, ed Esame dei Vescovi in sacra teologia, delle quali era membro.

Attendeva in quel torno l’Augusto Vittorio Emanuele a ristabilire in questi regi stati l’antico ordine di cose, ottenendo per bolla 20 ottobre 1817 ripristinate le soppresse sedi. Per una delle più importanti gli occhi rivolse sul Cardinale Morozzo. A malincuore acconsentì il VII Pio a privarsene, a lasciarlo partire dalle sponde del Tebro per quelle felicitare dell’Agogna.

Nel concistoro del 1.° ottobre fu preconizzato Vescovo di Novara, e nel successivo dicembre vi prese formale possesso.

Giusta l’usanza degli antichi padri e pastori della Chiesa, alla novella sua diocesi annunciavasi agli ecclesiastici proponendo aureo Manuale in cui sono raccolti li più importanti precetti per formarsi