Pagina:Notizie storiche dell'antica chiesa di San Pier Forelli in Prato.djvu/45

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parte prima 29

Come i Gesuiti si offrissero di edificare al

popolo di San Pier Forelli una nuova chiesa,

per avere l’antica chiesa con la canonica;

e come il trattato non avesse effetto.


Reggeva la nostra chiesa Vincenzio Sisto Troiani fino dal 1696, come ho a suo luogo accennato1; quando, venuto l’anno 1708, i padri Gesuiti del Collegio Cicognini esposero al granduca Cosimo III: non avere chiesa conveniente, nella quale fare le loro feste pubbliche, assistere alle confessioni, e meglio adoperarsi alla salute delle anime, per maggior gloria di Dio: essere molto comodo, per la vicinanza al Collegio, San Pier Forelli; e potersi, senza disagio de’ popolani, edificare in altro sito una chiesa con la canonica: essere pronti a dare quanto occorresse; ma nulla potersi fare, se prima il rettore non ne fosse contento. Accoglieva Cosimo quelle istanze, e al vescovo Michele Visdomini Cortigiani scriveva pregandolo a prendere il consenso del Troiani. Il quale, dichiarato di non voler fare pregiudizio alla sua chiesa, del resto annuiva di buona voglia; anche perchè non gli era grave rinunziare a una chiesa cadente e a una trista casupola. Andate le risposte al Granduca, fu questi sollecito di mostrare al Troiani il suo gradimento con umanissima lettera2; e quando il buon parroco se gli fece dinanzi per ringraziarlo di tanta degnazione, Noi dobbiamo ringraziarla, rispose. E perchè gli volle ricordare come intendesse d’avere l’equivalente di ciò che dava, Anzi con ampiezza, fu la risposta del principe.

Disteso il memoriale da presentarsi alla sacra Congregazione del Concilio per la debita grazia, il Troiani lo consegnò a

  1. A pag. 14.
  2. Vedila fra i Documenti, al no IX.