Pagina:Novellette e racconti.djvu/18

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8 NOVELLA IV.

manichetti di pizzi finissimi, ora volteggiare intorno ad una parrucca, e talvolta sopra un lucido anello, e fino fu veduto errare sopra un pajo di fibbie, e tanto in esse intrinsecato, che non udiva chi lo chiamava. Quando poi la mente sua ritornava talvolta a segno, ed egli principiava a cianciare, i suoi ragionari non erano altro che vantamenti di favori ricevuti dalle signore; e voleva ora con ghigni, ora con attucci ed altri suoi artifizj dare ad intendere ch’egli era caro alle femmine, e che a tutte avea ritrovato il cuore di cera molle. Avvenne dunque, che ritrovatosi questo giovane una sera in una compagnia di uomini e di donne, dopo di avere empiuto gli orecchi de’ circostanti con tali cicalamenti, senza punto avvedersi che ognuno credeva il contrario dì quanto dicea, la compagnia si divise, e ognuno andò a’ fatti suoi. Passati due giorni entrò il nostro giovane in una bottega da caffè, ove sendo richiesto da un omicciatto che conosciuto quivi non era, gli venne presentata una polizza, il cui tenore si era, che alle ventidue ore di quel giorno si fosse ritrovato ad un assegnato luogo rimoto, ove sarebbe approdata una barca con entrovi una persona a cui grandemente abbisognava la sua presenza; ed era soscritta la polizza: sua amica, un’Incognita. Immagini chi legge qual fosse allora la boria di Bellimbusto, ch’io non so perchè il cuore non gli scoppiasse in petto per l’allegrezza. Non si può dire quante volte lesse e rilesse la carta, massime s’egli si accorgeva che alcuno lo stesse spiando, perchè allora più misteriosamente la leggea, per far venir voglia altrui di domandargli che leggesse; e se gli veniva domandato, tacea prima alquanto il ritroso, poi finalmente gli dicea in segreto ogni cosa, raccomandandogli caldamente che tacesse; e così fece con più che sedici persone. Mille volte intanto, quando egli ebbe pranzato, trasse fuori l’oriuolo e altre mille stette in ascolto per udire se gli oriuoli della città scoccavano le ore ventidue che gli pareano pur troppo infingarde. Ma non sì tosto gli parve l’ora a proposito,