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204 vita di alberto pisani

della zucca compressa da un pa miceli ino, con gli aneletti d’oro alle orecchie, e un abitacelo calle ; di (pie’ soldati entusiasti del “ petit chapeau Aree redingote grise K ; dal piglio di polYardìa, sbajalì’oni, giuroni. ma che si menano attorno con un pezzetto di zùcchero. Cliiamàvasi il caporale Montagna ; ei \i diceva il suo nome ; poi, v*infilava la storia di un certo ponte e di due certi Croati. La (piale storia narrava giusto ogni sera nella portinarìa, (piando veniva a pizzicarvi un sunne Ito, in sui ginocchi il marito : o a fare il terzo nv\Yentro. E, a volte, in quest'ùltimo caso, deponeva d ventaglio di carte contro la tàvola. Allora, il giuoco ristava. Montagna alzava la testa, piegandola alquanto all indietro, le vene del fronte ingrossale, le narici gonfie, semi-aperta la bocca.... K le due vecchie lo fisavano immote. — Aciumm! — faceva egli poi. sentendosi tutto. — Salute ! — augurava, o la magra o il grassone. — Oro.... — diceva sùbito l’altra nel porre giù la sua carta. K così il giuoco seguiva paci fica meni e. Venne Paolino e li turbò. Ohe, Paolino, s’era messo a sedere viso a viso col caporale, il (piale, già per due volle, avea soddisfatto al suo naso. Ma, come e’ s*al- teggia alla terza, quel dispettoso, picchia di contrattempo le palme ed esclama : — Felicità ! — Rèquiem per lo starnuto ! Le poriinaje si vòlsero a Paolino con uno sguardo di theotù-