Le pervicaci Tíadi m’è lecito
Cantare e il fonte del vino e gli uberi
Rii di latte, e da’ cavi tronchi
12Celebrar gli scorrevoli mieli.
Lecito e il serto dir della conjuge
Beata, or fatta stella, e di Pènteo
I tetti dal fondo travolti
16E l’esizio del tracio Licurgo.
Tu pieghi i fiumi, tu il mare barbaro,
Tu fra secreti gioghi in vipereo
Nodo, senza fraude, costringi
20Vinolento a’ Bistónidi i crini.
Tu, quando i regni del Padre l’empia
Gigantea schiera scalava all’aere,
Ricacciasti Reto con unghie
24Leonine ed orrenda mascella:
Benchè più a danze fatto diceanti
E a motti e a giochi, nè molto idoneo
A vita pugnace; ma quale
28Nella pace anche in guerra apparisti.