Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo I.djvu/460

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insieme da una trave, la quale quante volte ad entrambe si acconcia, fa parere che gl’indigeni dell’isola abitino il continente passando a piedi alla spiaggia opposta; e tolta poi, dal continente passano sopra battelli, e diventano di nuovo isolani: così che per un solo pezzo di legno ora soprapposto, ed ora tolto via, rimangono o pedoni, o naviganti. Pallene è la penisola in faccia, alla quale gli antichi abitatori impedirono che si avesse accesso mediante un grosso muro, che v’innalzarono: ed ivi uniti insieme i due mari aveano fabbricata la città chiamata anticamente Potidea, ed oggi Cassandria. Ora quanto in passato erasi fabbricato in quel luogo il lungo corso degli anni avea consunto, di modo che alcune partite di Unni, infestando i contorni, quasi tutt’altro facendo, e il recinto e la città aveano senza resistenza espugnato, quantunque a memoria d’uomini que’ Barbari non si fossero mai applicati ad espugnare luoghi fortificati. Da ciò Giustiniano Augusto prese occasione di far mostra della virtù e magnanimità sua, poichè uso ad opporre alle disgrazie rimedio colla sua provvidenza, qui le disgrazie acerbissime colla sua munificenza susseguente rivolse in meglio, la città di Pallene, che tutto il paese protegge, e la chiostra che vi dà adito fortificando a modo da potere apertamente sostenere tutta la forza de’ nemici. E queste sono le cose che fece in Macedonia.

Non lungi poi da Tessalonica scorre il fiume Recchio, il quale dopo avere bagnata la fertile campagna del contorno si scarica nel mar vicino. Placido n’è il corso, tranquilla e buona a bersi l’acqua, i campi per la più