Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo II.djvu/209

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LIBRO SECONDO 187

CAPO XI.

Cosroe visita fa città di Seleucia e Dafne sobborgo. — Vendica la morte d’un suo guerriero ardendo il tempio di S. Michele. — Prende la via di Apamea, e gli abitatori, spaventati, hanno ricorso al patrocinio d’una reliquia detta vera Croce. — Tommaso vescovo della città fattoglisi incontro lo accompagna entro le mura, e n’è mal corrisposto. — Il re interviene ai pubblici spettacoli, e si dichiara per la fazione del prasini, geloso di Giustiniano favoreggiatore dei veneti — Condanma a morte un soldato reo di stupro colla figliuola d’un cittadino.

I. Cosroe terminati gli accordi venne cogli ambasciadori e coll’esercito a Seleucia1, marittima città lunge

  1. Delle tre Seleucie di cui fanno menzione gli storici antichi, questa denominate Pieria, sede una volta dei re della Siria, e fabbricata da Seleuco Nicatore sul mare, era la maggiore. Una seconda sul fiume Tigri, quasi di contro a Ctesifonte dall’opposta riva, fu capitale dell’Assiria dopo la caduta di Babilonia. (Plut. V. di Lucullo). La terza, delta da Polibio sul ponte (lib. v) e da Strabone castello (lib. xvi), si rinveniva nella Mesopotamia presso un ponte sull’Eufrate, ond’ebbe il nome di Seleucia sul ponte, acciocchè non fosse colle altre confusa. Riportiamo finalmente quanto dice Strabone rispetto alla Seleucia, qui rammentata di Procopio. «Ottima delle parti (della Siria) è la Seleucilide, che porta eziandio il nome di tetrapoli dalle sue quattro più di tutte le altre (sendone maggiore il numero) illustri città: Antiochia presso Dafne, Seleucia Pieria, Apainea e Laodicea; le quali merce della concordia loro chiamavansi anche sorelle. Fondolle Seleuco Nicatore, e pose ad Antiochia,