Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo II.djvu/381

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LIBRO PRIMO 357

sempre aver di tutto a gola dai legittimi padroni? i quali non voglionsi per noi menomamente offendere se di amicarli ne sta a cuore. Ora dunque mercè la indiscrezion vostra saremo guerreggiati e dagli Africani e dai Vandali, e che peggio si è dallo stesso Nume, il cui soccorso mancherà di continuo agl’ingiusti. Laonde guardatevi bene per l’avvenire da ogni maniera di furto e dalla seduzione d’un sì pericoloso guadagno, potendo un’esatta disciplina moltissimo contribuire alla nostra salvezza, e le ribalderie di pochi metterci tutti a ripentaglio d’una ignomimosa morte. Non di meno se farete da quinci innanzi opere conformi alle mie esortazioni placherete il Nume, riporterete la benevolenza degli Africani, e trionferete in breve tempo del barbaro Gilimero:» qui tacque e sciolse l’adunanza.

II. Eravi lungo il cammino presso al mare e ad una sola giornata dal campo la città di Siletto1, già da gran pezza smantellata di muro, avendo in cambio gli abitatori munito le proprie case per guarentirle dai saccheggi de’ Maurusii, e il duce spedivvi l’astiere Buriade2 con alcuni pavesai ad annunciar loro ch’e’ verrebbe a combatterli; ove però fosse di buon grado accolto non molesterebbeli punto, anzi ne migliorerebbe d’assai la condizione, e di più li renderebbe al tutto liberi. Gl’inviati giunti a poca distanza da lei sul calar delle tenebre passarono la notte ascosi in certa

  1. Luogo d’incognita situazione giusta l’Ortelio.
  2. Moraide secondo altri testi.