Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo II.djvu/73

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LIBRO PRIMO 53

prire il vero, che se ponesse alla tortura alcuno dei familiari: ma non rinvenuta pruova, il tenuto reo n’andò senza più grave condanna.


CAPO XII.

Confini della Iberia. — Cavado vuol costringere que’ popoli ad abbracciare la sua religione. — Giustino chiamato in loro soccorso manda a Bosporo Probo per assoldare Unni. — Boez è inalzato da Cavado alla magistratura di varizo. — Belisario e Sitta, guardie di Giustiniano, nella prima gioventù loro ottengono il comando d’un esercito destinato contro la Persarmenia. — Narsete ed Arazio seguono le parti romane. — Procopio dato consigliere a Belisario.

I. Cavado sebbene smaniante di scorrere le romane frontiere ne fu tuttavia rattenuto da quanto io prenderò a narrare. Gli asiatici Iberi1 hanno le Porte Caspie, e ben vicine, da vento borea, la Lazica da occaso, e la Persia da oriente. Professano la religione cristiana, osservandone i santi dommi con zelo non minore di qualsiasi altro popolo.

II. Laonde Cavado, addivenuti da gran tempo sudditi della Persia, voleva costringerli ad abbracciare la sua religione2, comandando tra le tante cose al re loro

  1. Questi popoli non furono sommessi ai Medi nè a Persiani, e pochissimo conoscevansi nell’occidente prima che vi penetrassero le armi romane sotto il comando di Pompeo, il quale procedette sino quasi al mar Caspio.
  2. Dei riti, sagrificj, costumi ec. de’ Persiani, V. Erodoto,