Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo III.djvu/117

Da Wikisource.

LIBRO PRIMO 107

la cinta ma di lanciare, fermi in quell’ordinanza, strali sopra de’ merli, affinchè Belisario non avesse mezzo di aiutare i suoi alle prese in altra parte, dov’egli stesso andrebbe a tentare un più forte colpo. Avviossi in effetto con grande caterva di armati ad un luogo vicino alla porta Prenestina, chiamato dai Romani Vivario, meglio prestandosi colà il muro ad una espugnazione; al qual uopo eranvi già pronte e torri ed arieti con altre macchine, e copia di scale.

II. Il nemico intanto assalì eziandio la porta Aurelia come prendo a narrare. Fuori di essa, un tiro di pietra dalle mura, s’erge la tomba di Adriano Augusto, opera veramente stupenda e meritevole di ricordanza. La sua costruzione è tutta di marmo Pario, i cui pezzi connettonsi perfettamente tra loro, avvegnachè nelle commettiture nulla abbiavi da collegarli insieme. Eguali ne sono i quattro lati, ognuno lungo un trar di pietra e sovrastante in altezza le mura della città; bellissime statue poi del prefato marmo, rappresentanti uomini e cavalli, dannole compimento1. E

  1. Adriano ad imitazione di Augusto, il quale eresse per sè e pe’ suoi un mausoleo veramente stupendo sulla riva sinistra del Tevere, altro ne costruì per uso proprio, sulla destra dello stesso fiume, nei giardini di Domizia. Questo componevasi d’una base quadrata avente dugento cinquantatrè piedi per lato, e d’una ritonda mole nel suo mezzo di amplissima circonferenza, essendone il diametro anche presentemente di cento ottantotto piedi, avvegnachè minore assai di quello datole all’epoca della prima sua costruzione. Nel basamento ornato di festoni leggevansi i nomi degli imperatori