Pagina:Opere scelte di Ugo Foscolo I.djvu/104

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intelletti, che per tanti secoli fe’ricca di inezie l’italiana letteratura. Almeno la letteratura fosse divenuta disutile, senza divenire scellerata ed infame! ma quel Gorgia stesso, ravviluppando nelle fallacie dell’arte dialettica anche le verità concedute al senso ed alla mente degl’idioti, celebrò in Atene un mestiero che valeva a coronare il delitto1, a insanguinar l’innocenza, ad esaltare le usurpazioni degli opulenti, a santificare le libidini della democrazia e le carnificine della tirannide, a tradire la patria, a vender l’anima, a contaminare di fiele e di sangue la vecchiaia di Socrate.

XIV. E Socrate che non ambiva nè gloria di scienziato, nè emolumenti di retore, nè dignità di capitano e di pritano, ma che vedeva quanto le virtù cittadine scadeano con la vera eloquenza e con esse l’onore e la libertà della patria, ripetea que’consigli che tanti scrittori hanno serbati a noi posteri. Ed io li leggeva per emenda della mia vita; ma oggi, poichè nelle poetiche e ne’trattati non so discernere aiuti all’istituto di professore, ordinerò quei consigli di Socrate per unica norma alle lezioni ch’io potrò scrivere; e piaccia a voi pure

  1. Gorgia, presso Cic. De claris oratoribus, c. 12.