Pagina:Opere scelte di Ugo Foscolo II.djvu/141

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concittadino Ariosto; però tratta i sonetti che pur sono lavoro finissimo, a poche e grandi pennellate. Questo su la morte del Redentore è stimato inarrivabile; ed e più agevole a vederne la bellezza apparente che distinguerne le macchie palliate. Rileggasi il sonetto, si giudichi, poi si raffronti il proprio giudizio con le seguenti osservazioni. I. Non so perchè Adamo, anzi che presentarsi in aspetto dignitoso, esca con le chiome bruttamente arruffate; il colorito del terrore ha certi confini oltre a’ quali va nell’orrore deforme. II. Non è atto di dolore virile, nè decente al padre del genere umano il battersi la guancia e lo scapigliarsi; aggiungi che questi tre versi sono tolti di peso dall’Ariosto, ma guasti nella circostanza e fin nella frase; Cant. xii. st. i.

Fatto ch’ebbe, alle guance, al petto, a’ crini,
E agli occhi danno

Vedi quanto più di sobrietà e di rapidità, o d’eleganza! inoltre l’Ariosto parla di Cerere disperata che aveva perduto la sua figliuola, III. Non è generoso nè degno d’Adamo, nè spira virtù quell’imputare alla moglie la colpa di cui esso pure fu complice e a cui esso, come naturalmente più forte, era più in debito di resistere.

Parini. Unico poeta eccellente che in tanti secoli abbiano avuto i Milanesi; benché ci sia nato verso Como in riva al bel lago di Pusiano: ed era figlio di poverissimi contadini. Scrisse una lunga satira di nuovo e splendido stile intitolata il Giorno; nella quale deride gli amori svogliati, e le altre scioperate passioni de’patrizi italiani. Questo sonetto è pittoresco a guisa di quei del Cassiani. Nel settimo verso sentesi per arte d’armonia imitativa lo stridore di un gran carro tardo a moversi.

Alfieri Da Asti. Parecchi de’ suoi molti sonetti, benchè abbiano poca musica, e certa trivialità di voci qua e là, possono ad ogni modo andare del pari co’ più lodati in Italia: così pure le sue prose: ma il mondo non vuol dare la