Pagina:Opere varie (Manzoni).djvu/386

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stione. Cercavamo e cerchiamo cosa fa l’artista quando inventa: e abbiam visto subito, che l’oggetto della sua operazione era un’idea; e quindi, che, per conoscere la qualità dell’operazione, bisognava, prima di tutto, esaminare se l’dea, oggetto e termine di essa, era anteriore ad essa, o no. Non volendo dir di sì, e non volendo neppur dire che l’idea sia creata dall’artista, voi avete proposti diversi modi d’operazione, coi quali vi pare che si possano schivare que’ due punti opposti. Il modo che s’è discusso in questo momento, era che l’artista avesse composta l’idea. Io credo d’aver dimostrato col fatto, che ciò è impossibile. Se non avete argomenti per abbattere questa dimostrazione, possiamo passare a discutere un altro de’ modi proposti da voi. Avete detto che l’artista può anche dedurre il suo fiore ideale da de’ fiori reali, o da altre cose corporee. Questione che confina anch’essa con molt’altre e tutte belle questioni; ma che si può anche considerare separatamente, e restringerla ne’ limiti convenienti al progresso della nostra discussione. E lo fo col domandarvi se nell’idea dell’artista c’è di più che nelle cose da cui la dite dedotta.

secondo.

Dicerto: altrimenti non si potrebbe chiamare invenzione.

primo.

Ottimamente; ma allora vi domando se questo dipiù o era, e l’artista non ha fatto altro che trovarlo; o non era, e l’ha creato lui.

secondo.

Ma quando si dice dedurre, non s’intende ricavare una cosa da un’altra?

primo.

Intendere che si ricavi una cosa di dove non è? Codesto, mai. Perchè, badate: non v’ho domandato se da una cosa reale si possa ricavare l’idea della cosa medesima. Anzi v’è potuto parere, contro la mia intenzione, che questo lo dessi per inteso, poichè vi domandavo solamente se, nell’idea dell’artista, c’era di più. Ma ho parlato così ad hominem, e per arrivare subito, e senza inciampi, a un dipiù che non poteste negare, che doveste riconoscere e porre voi medesimo. Via, volete dunque dirmi se questo dipiù, l’artista lo trova o lo crea?

secondo.

E vedo che mi metterete in campo un argomento dello stesso genere, anche sull’imitare.

primo.

Sicuramente. Vi domanderò se, nell’idea imitatrice, c’è qualcosa di diverso della cosa imitata; e questo diverso, dove l’artista lo prenda.

secondo.

Dunque non si potrà più dire ragionevolmente, che uno deduce, che uno imita?

primo.

Si potrà dire benissimo, purchè non s’intenda di dire un impossibile.

secondo.

E cos’è il possibile in questi casi?

primo.

Il fatto: volete di più? È, o non è un fatto, che la nostra mente passa dalla contemplazione d’un’idea alla contemplazione d’un’altra?