Pagina:Orazioni di Buonaccorso da Montemagno il Giovane.pdf/15

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per la operazione del Consolo, le vostre menti1 alle mie cose avere invidia, e la mia orazione appena sopportare; credere già alla sua autorità, e della mia pudicizia in tutto diffidarsi. Per la qual cosa facilmente temo, che tarda non sia la difensione della mia salute, e che molti innocenti alla invidia o alla ingiustizia di pochi non possiamo resistere. Le quali cose, nè alla constanzia degli uomini illustri, nè alla Romana disciplina, nè alla Senatoria degnità per alcun modo convenienti paiono. Il perchè per gl’Iddii immortali, Padri Coscritti, voi e la vostra umanità appello, che in cose di tanta importanza maturamente il giudicio riceviate. Restituite nella pristina integrità gli animi mollificati per la copia e facundia della orazione di Cicerone; e in tal modo quegli restituite, che qualche volta le parole di Catilina Romano e Patrizio finalmente intendiate. Se in alcuna cosa contro alla Repubblica ho peccato, Quiriti, nè grazia da voi, nè misericordia addimando. Rimovete allora da questa luce questa misera anima: lacerate crudelmente questo afflitto corpo, e queste membra impudentissime tagliate. Non si adirizza al presente la nostra orazione, che della vita di Catilina abbiate misericordia; imperocchè egli è somma misericordia verso quegli che fanno contro alla Patria, la subita pena e repentino supplicio. Ma io priego voi di questa clemenzia, Padri Coscritti, che la mia innocenzia in tutto non abbandoniate, e, mentre che la libertà difendete, per la iniquità di pochi, molti senza colpa non condanniate ingiustamente. Dimostrerò a voi, dimostrerò, ed apertamente dichiarirò, non la salute della Republica, ma l’acerba inimicizia nel nostro Consolo di tutte queste cose essere stata cagione, e lui per furore e invidia tanta sceleraggine avere incominciata; e qualunque cose per cupidità d’imperio, non per conservazione della vostra libertà, avere tentate. Perocchè negli anni passati quanto meco si sia discordato; quanto le sue immoderate ini-

  1. Qui menti sta pel latino: pectora.