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ORAZIONE SECONDA DI M. BUONACCORSO DA MONTEMAGNO

Fatta per detto Messer Stefano Porcari all’entrata dei Signori di Firenze in sulla ringhiera del Palagio.

Io mi ricordo, Magnifici Signori, venerabili Collegi, (1) e prudentissimi cittadini, altra volta in questo prestantissimo luogo dinanzi ai vostri amplissimi ordini, nel giocondo con spetto di questo vostro invittissimo Popolo, in simile osservanzia e celebrità, quantunque indegnamente, avere parlato. Dove nella umile e bassa orazione mia, prima della bellezza, e splendore di questa gloriosa Republica; della fermezza e costanza di questa tranquillissima libertà; della dignità ed eccellenzia delli vostri prestantissimi Magistrati; delli maravigliosi ingegni delli vostri diligentissimi cittadini; della osservandissima cura della sacra e divina Religione, del magnificentissimo apparato de’ vostri Templi, dello ornamento delli edificii, e di tutte l’altre vostre bellezze, magnificenzie ed amplitudini, brevissimamente trattai. Dappoi benivolmente persuasi agli animi vostri sapientissimi, che tanta gloria e felicità di Republica, tanti ornamenti civili, pubblici e privati prudentemente v'ingegnaste con somma cura, studio e diligenzia conservare. Onde soggiunsi, che per la conservazione di quelle, secondo le filosofiche instituzioni, due singulari discipline si convenivano attendere. La prima, che questa santa vostra civile conve-

(1) Collegi qui sta in sentimento di Colleghi. In Firenze era un Magistrato coadiutor della Signoria. Franc. Sacch. rim. 45. Cari signori Collegi, e consoli, che tra glincendii, rumori e ruine. La repubblica aveste nelle braccia.