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private passioni, a’ comodi propri, alle opulenzie (1) domestiche alle ambizioni pubbliche, e all’avarizie familiari tutte le
loro sollecitudini e cure dispongono. Veramente queste tre
parti mi paiono non solamente utili, ma eziandio necessarie
a ripetere e a ricordare spesso in ogni afflitta e inferma, ed
in ogni ornata e bene instituita Republica. Perocchè per queste salutari e opportunissime discipline, l’una si può dalle
miserie e infermità sue leggieramente curare; l’altra nella bellezza della tranquillità sua felicemente conservare. Quando
io rivolgo nella mente e nello intelletto contemplo lo stato,
e lo essere di tutta l’umana condizione, mi pare comprendere, quello per certo essere verissimo, che dagli antichi filosofi è stato scritto, cioè: che il principio, l’origine e i nascimenti nostri, parte alla Patria, parte ai parenti, parte agli
amici debba essere convenientemente deputate. Perocchè,
come piacque alli Stoici, e referente Cicerone, quello che
nella liberale e feconda terra, ovvero per arte, ovvero per natura è generato, tutto ad uso, e utilità dell’uomo nasce e fruttifica. Ma solamente la generazione umana a rispetto di niuna
altra cosa terrena è creata, se non di sè stessa. Solamente
l’uno uomo nasce per dell’altro presidio, fermezza e consiglio;
l’uno per aiuto dell’altro è generato. E pertanto dobbiamo seguire questa natura come duce e guida della umanità nostra, e
porre in mezzo tutte le nostre forze, tutto il nostro sapere alle
comuni utilità, dando insieme, e ricevendo alternati beneficii.
Con opera, con istudio e con industria congiugnere, mantenere e accrescere questo santo legame, questo debito naturale
della umana convenienzia, alla quale obbligazione tutte le leggi
della natura, tutte le leggi divine e umane convenientemente
ci stringono. Se adunque a’ privati commodi l’uno dell’altro
tanto indissolubilmente e per tanta forza di natura siamo legati; quanto maggiormente costretti dobbiamo essere a’ pub-
(1) Opulenza. V. L. Ricchezza. Mancano esempii nella Crusca.