Pagina:Ordini di cavalcare (1571).djvu/109

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TERZO. 93

tunque solo quella, il più delle volte fara l’effetto con ogni semplice morfo. ma dapoi che sarà con essa ben castigato della bocca, non gli bisognerà ne questo, ne altro soccorso, perche solo con la briglia sempre si tenerà.

[Non doversi lasciare i torni, & alleggerirlo con le posate sopra il pendino.]Nondimeno avvertite, che per mantener giusto, & con buona lena il Cavallo tanto a quel che ho detto, come ancora a quel che dirò appresso, non dovete mai lasciare i nostri torni, & dapoi sopra il pendino alleggerirlo, & fare le vostre posate.

[Il castigo di bastone nõ on on fa il caval timido.]Ma perche da molti, che solo giudicano secondo quel che mirano da prima faccia, & non fondano le ragioni dove convengono, si potrebbe dire, che il castigo del bastone fa il Cavallo timido, & gli toglie l’ardire; per tanto mi pare di dichiararvi, che questa opinione è falsa: perche quando incontinente che egli fa il disordine, si corregge, dapoi che sara corretto dell’error suo, chiaramente conoscerà, che quella malignità sua ne fu cagione . & questo si fa chiaro per l'esperienza che egli stesso continuamente vi dimostra, perche come sara, mediante il castigo, emendato, egli mai più non ritornerà a quel vitio, ne di muover la testa, ne di credenza, ne di restio, ne di andarsene di bocca, ne di buttarsi da una banda, ne in altre fantasie. Nondimeno quando se gli dà di bastone, o di bacchetta, senzo che commetta qualche errore, allora si troverà confuso, ne si potra risolvere, & non sapra mai pensar la cagione, che vi conduce a quell’atto, tal che poi sempre che vede il bastone, o la bacchetta, egli ne prenderà spavento: che nlon si può far peggio che battere il Cavallo, & massimamente nella testa, quando egli vi risponde, & va bene. per questo tante volte ho detto, & dirò sempre, che bisogna dal Cavaliero usarsi il castigo, & ancora il soccorso, l'aiuto, a tempo, & a misura. Et perche mi si potrebbe dire, che pare impossabile che il Cavallo habbia tal discorso; a questo rispondo, che essando creato da Dio per servire, & conformarsi con la volontà dell'huomo, non è maraviglia che egli in parte sia quasi conforme all’intelletto nostro. & qual certezza se ne vuol maggiore di quella che ogni dì ne veggiamo, non solo dell’intelligenza, & dell’ubidir a tempo, che egli dimostra nell’operarsi, ma in quella prontezza, che si vede nel suo animo? Or qual’animale si truova sicuro, & intrepido, eguale all'huomo, piu che questo, che lo veggiamo correre con tanta velocità dentro gli eserciti, & da quegli entra, & esce, et non teme ne arme, ne spade, ne lancie, ne tã an an ta varietà di voci, di romori, di bombarde, ne acqua, ne fuoco, ne ferro; et benche sia mortalmente ferito, egli non si rimuove dal suo camino, onde aparo al suo Cavaliero persiste infino al fine. Nõ on on dimeno a maggior cautela mi pare di ricordarvi, che questi castighi di bastone, & di bacchetta, quando si farã an an no da un’huomo a piede, si vogliono far solo in una estrema necessità, quando il Cavallo è invecchiato a non volersi voltare, over è uso grã an an tempo a tirar via di bocca. & la ragione è questa, perche son rari coloro, che all’incontro del Cavallo sappiano a tempo dargli il castigo, solo come