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Pagina:Organizzazione della produzione.pdf/27

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nino ottavi

questa qualifica e dal quale mi distacco con vero dolore». Questa frase è per me una delle più grandi soddisfazioni che abbia potuto raccogliere sul mio cammino cinematografico ed ecco perchè mi permetto di dare alcuni consigli ai miei ex colleghi assistenti registi effettivi ed agli aspiranti.
Come molti produttori, direttori e registi non hanno ancora bene afferrato quale importanza abbia nelle riprese di un film sonoro l'operatore fonico, così molti tecnici che potrebbero divenire dei buoni fonici esagerano le difficoltà che credono di trovare su questo cammino.
Come l'operatore fotografico è necessario ed importante per la fotografia del film, altrettanto necessario ed importante è il fonico per la parte acustica.
Il sonoro oggi, dopo sette anni di vita, non è una parte accessoria del film, ma ne è una parte essenziale, integrante, indivisibile. Quello che molti non hanno ancora capito è che, come l'operatore deve avere il tempo necessario per piazzare il suo apparecchio ed i suoi proiettori per illuminare la scena, allo stesso modo deve essere concesso al fonico il tempo necessario per piazzare il suo od i suoi microfoni; come l'operatore può provare e riprovare per ottenere gli effetti di luce ed ombre voluti, così anche il fonico deve poter provare e riprovare per ottenere i piani acustici e la chiarezza delle parole. Mentre all'operatore si fanno in genere le più grandi concessioni, perdendo alle volte ore ed ore per cambiamenti e prove di luci, al povero fonico si fanno le maggiori restrizioni.
Se l'operatore, dopo girata una scena, crede per esempio che le luci non erano adatte gli si permette senz'altro di rigirarla, se non altro per sicurezza; se invece il fonico esce dalla sua cabina e protesta perchè non ha capito una parola del dialogo e perchè i rumori di fondo coprivano la voce degli attori, si eleva un coro di proteste e, per lo più il dibattito si conchiude con un draconiano: «E allora si sincronizzerà alla fine!». Qui sta l'errore! Una scena girata e ripresa fonicamente a sincrono (presa diretta) avrà sempre un altro risultato di quella sincronizzata in sede di doppiato: l'attore che ha provato e riprovato una scena e che «la possiede» nel suo intimo, darà alla sua voce un'intonazione ben diversa di quella che potrà darle settimane più tardi, «a freddo», davanti alla tela della sala di sincronizzazione. Gli effetti di piano e forte che si ottengono nel movimento saranno ben diversi di quelli ottenuti stando fermi davanti al microfono e leggendo il testo posto sul leggio. L'atmosfera dell'ambiente sarà insomma tutta un'altra