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organizzazione della produzione |
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modo che i raggi del «sole» diano l'impressione di verità; deve saper calcolare l'altezza sufficiente delle pareti, evitando di costruirne di quelle alte sei metri mentre, per esempio, la macchina di presa non potrà inquadrarne che tre; dovrà conoscere quali materiali potrà impiegare, se legno o calcestruzzo o tela od altro per ottenere quegli effetti acustici che diano la impressione della naturalezza e via discorrendo.
Siccome poi la funzione dell'architetto cinematografico non si limita alla pura e semplice costruzione degli ambienti, ma si estende anche al loro arredamento, spetta a lui, aiutato dal suo trovarobe, la ricerca dei mobili, dei soprammobili e degli attrezzi necessari. Egli deve saper disporre i particolari negli ambienti, non a caso od a seconda di un suo gusto personale, ma nel modo più adatto alla realizzazione della scena del film, in base agli angoli dell'obbiettivo ed ai movimenti degli attori. Ed ecco perchè è necessario, come ho detto altre volte, che egli assista alle sedute di regia, fissando così fin da principio ogni cosa.
Anche una funzione economica gli spetta, giacchè egli non solo dovrà sapere quanto potrà venir a costare il complesso di scene per il film, vagliarne i preventivi e consigliare il direttore di produzione su di essi, ma dovrà pensare anche cinematograficamente, e cioè se di una stanza si dovrà vedere solo un angolo, egli dovrà costruire soltanto
quell'angolo e sapendo che il costo è di lire x per metro quadrato, egli dovrà evitare, (sapendo altresì che l'apparecchio di presa munite di obbiettivo 28 o 50 o 75 non abbraccia che un angolo tot) di costruirla o troppo alta o troppo bassa, o troppo grande o troppo piccola perchè se è troppo alta o grande sono denari sprecati in precedenza; se è troppo piccola o bassa bisognerà all'ultimo momento ingrandirla o rifarla completamente di nuovo, ed ecco che il direttore di produzione dovrà attingere alla voce degli imprevisti per una cosa che avrebbe dovuto essere prevista in precedenza.
Allo stesso modo, dopo presi i dovuti accordi col regista, l'architetto scenografo dovrà regolarsi nella scelta dei mobili e degli attrezzi, giacchè se nelle inquadrature previste dal regista saranno necessarie, mettiamo, due sedie è inutile portarne in teatro una dozzina; se per uno sfondo sarà necessario un quadro, sarà inutile trasformare l'ambiente in una pinacoteca e così via. Se nel copione è scritto che l'attore Tizio siede ad una scrivania ed intinge una penna nel calamaio o che l'attrice tale si stende su di una sdraia e sprofonda in un monte di cuscini il compito dell'architetto, che naturalmente deve avere la necessaria cultura, è di vedere che quel calamaio in cui, diciamo, Napoleone intinge la penna