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Pagina:Oriani - Il nemico, vol.2.djvu/135

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— Che ne dici dunque? si rivolse Slotkin a Loris.

— Aspetto la conclusione.

Orchanski offeso di quella freddezza guardò gli altri, come interrogandoli sulla fiducia, che si poteva avere in Loris, ma questi soggiunse:

— Naturalmente voi concluderete proponendo di metterci sotto il Comitato Esecutivo.

— Perchè no?

— Perchè sì piuttosto? Hanno ucciso lo Czar, sta bene: e poi? Perchè non tentare un colpo di mano sul governo? Se non miravano a questo, a che serve aver ucciso lo Czar?

— Siamo pochi ancora.

— Anche Catilina aveva pochi congiurati, ma costretto a fuggire formò un esercito, si battè e fu vinto. Egli era un grand’uomo.

— La storia romana adesso!...

— La storia è uguale in tutti i tempi.

L’accento delle loro repliche diventava sempre più aspro. Gli studenti tacevano; qualcuno s’andava voltando per assicurarsi di essere soli, ma in cuor loro propendevano per Loris. La giustezza delle sue critiche coincideva colla loro paura istintiva. La discussione proseguì ancora.

— Finora siete andati a predicare nel popolo: io lo conosco tutto, seguitò Loris con superbia, esso non vi ha creduto. Siccome eravate per lui scienziati borghesi, vi ha sospettato imbroglioni: il popolo è ancora per lo Czar. Dovevate sedurre