Pagina:Oriani - Il nemico, vol.2.djvu/233

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— Non saprei dirvelo, probabilmente passeranno molti anni.

— Sempre la vostra opera! Io vi ho mostrato il mio acquerello, non potreste essere altrettanto cortese dicendo il vostro segreto? Si può almeno domandarvi dove andrete?

— Forse in Polonia.

— Il ghetto degli ebrei.

— Potevate anche dire l’accampamento degli ultimi patriotti e la patria dei poeti.

Tatiana, alla quale il vecchio principe aveva inspirato un grande disprezzo per i polacchi, non insistette, ma avrebbe voluto sapere a che cosa Loris attendesse; era già gelosa di quel mistero. Quindi ricominciò a punzecchiarlo. Il discorso cadde naturalmente sull’amore; Tatiana ostentava di parlarne accademicamente, come di cosa che non l’avesse mai riguardata, domandandone notizie a Loris e al principe, i quali per aver molto vissuto dovevano saperne qualche cosa. Loris senza confessare alcuno dei propri sentimenti pareva non accordargli più importanza che a tutte le altre passioni della giovinezza; il principe invece lanciandosi nella metafisica vi scorgeva il principio essenziale e la forza più viva della vita.

— Si crede scioccamente che oggi si ami meno. Anche sotto la stessa corruttela elegante, troppo analizzata dai romanzieri, l’amore persiste in tutta la propria interezza, giacchè senza di esso la sensualità non potrebbe arrivare al delirio di tutti