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Pagina:Oriani - Il nemico, vol.2.djvu/266

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— Se tu non sei nichilista, vorresti però fare una rivoluzione: io posseggo tre milioni di rubli, prendili. Adesso non hai più il diritto di ricusarmi. Poi saltandogli al collo dalla gioia esclamò: l’ho trovata, l’ho trovata!

Così barcollando caddero sul letto. Tatiana aveva rocchio morente, Loris la baciava sul collo; ella lo teneva stretto con tutte le forze senza lasciargli modo di muoversi, e parlandogli all’orecchio.

— Se no, no, mormorò Tatiana, alzando leggermente la voce.

Egli le rispose con una stretta più convulsa, ma rivolgendo istintivamente il capo verso l’uscio, diede un balzo irresistibile.

Il principe era in piedi, dinanzi alla porta, con una rivoltella in pugno. Da quanto tempo li spiava?

— Dio! urlò Tatiana inorridita.

A questo nome Loris si senti passare una tenebra sugli occhi: l’espiazione lo sorprendeva nell’atteggiamento medesimo del delitto, da lui commesso sopra Tatiana. Eppure lo sapeva, gli sembrava di averlo già previsto. Quella vasta camera, annegata in una molle ombra femminile, diventava l’arena del suo ultimo scontro, improvviso ed inevitabile malgrado tutti i disegni della sua ragione. Si ricordò di aver lasciato il revolver nella tasca interna della pelliccia, non aveva un’arma, nulla intorno poteva diventarlo.

Il principe lo guatava.