Pagina:Oriani - Il nemico, vol.2.djvu/57

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Essa gli rispose con un bacio.

— Allora portalo via, e fallo vestire. Ho sempre avuti molti cani in casa, ma non intendo di tenervi dei lupi.

L’amicizia fra i due ragazzi si strinse presto.

Il principe divenne il loro professore.

Ma la dottrina di Loris da principio l’imbarazzò. Loris sapeva molte cose più di lui, il greco, l’antichità classica, conosceva quanto lui il tedesco, era già iniziato alla teologia. Il principe, volteriano, anche dopo che Voltaire era passato di moda, doveva talvolta retrocedere davanti alle terribili negazioni del ragazzo; quindi una mattina lo chiamò nel proprio gabinetto:

— Tu non credi in Dio, Loris?

— No.

— Già! tu sei quasi di casa con lui, essendo figlio di pope; nemmeno Andrea Ivanovich, il mio intendente, crederà in me. Però Dio è una delle più indispensabili invenzioni umane, dacchè nessun popolo ha saputo ancora farne a meno; mi permetterai dunque di dirti, che in faccia a Tatiana devi astenerti da ogni discorso ateo. Essa è donna, e senza Dio non potrebbe comprendere nè sè medesima, nè il mondo.

Loris non rispose.

— Capisco il tuo silenzio: vuoi dirmi che siccome anch’io ci credo poco in Dio, ho torto di allevare Tatiana nella menzogna. Ma tu non conosci la società: ora non posso in poche parole