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Pagina:Oriani - Il nemico, vol.2.djvu/74

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ed aristocratica, posta così in alto nella scala del mondo, era l’ideale di tutte le sue sofferenze. Il fascino di quella sua fresca giovinezza gli faceva dimenticare tutti i propositi di vendetta nella speranza di una felicità semplice e profonda, amare ed essere amato.

Ma questo idillio primaverile non era possibile che nella solitudine delle loro stanze; appena ne uscivano, la realtà li separava rigettandoli brutalmente all’immensa distanza, posta fra loro dalla società. Loris, rinvenendo pel primo, le parlò seriamente del futuro; l’altra s’imbronciò, quindi si bisticciarono. Tatiana cansava istintivamente il problema, contenta se avesse potuto tornare nell’inverno a Pietroburgo con lui, perchè l’amore dell’uomo le svegliava l’amore del mondo.

— Tu non mi ami.

— Cattivo!

— Come faremo dunque?

— Così, e gli diede un bacio.

Loris l’abbracciò stretta. Tatiana sentiva una paura inesprimibilmente deliziosa, tremando fra le sue braccia. Per un momento Loris perdette la testa; si chinò, la morse al collo, la sollevò robustamente correndo verso un divano. Allora Tatiana gettò un grido respingendolo, non le pareva più Loris.

Questi arretrò pallido, senza parlare, ella aveva abbassato la testa, sorpresa come da una improvvisa ripulsione per lui.