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— Debbo spogliarlo? chiese Vaska.

— Frusta sulla schiena così; e dopo una pausa: due colpi soli.

Vaska s’alzò. La sua faccia non esprimeva alcun sentimento; teneva gli occhi su Loris, pronto a scagliarsi se avesse tentato il più piccolo moto. Il vecchio Andrea aveva fatto un passo addietro, Vaska si voltò verso il principe, quasi per attendere un altro ordine, poi girò sapientemente il frustino su Loris, e lo sferzò sulla schiena.

Loris rimase insensibile.

Vi fu un momento d’immobilità, quindi il principe rientrò dietro lo scrittoio. Loris si alzò sulle ginocchia, lentamente; una polvere bianca gli era rimasta, davanti, sul vestito, si drizzò e guardò il principe. Vaska fece un movimento per rattenerlo, ma Loris pareva calmo, solamente la bianchezza della sua faccia non somigliava più a nulla. Andò verso lo scrittoio, fissando il principe.

Questi sostenne fieramente il suo sguardo; Loris abbassò il proprio, si spolverò colla mano una macchia bianca sopra la manica, parve tardare. Poi appoggiandosi allo scrittoio, così che il suo volto toccava quasi quello del principe, gli disse:

— Non vi debbo più nulla.... Auguratevi di essere morto il giorno, che mi vendicherò su quell’altra.

Gli voltò le spalle, raccolse il berretto, ed uscì