Pagina:Oriani - Il nemico.djvu/165

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Prima di andarsene si fece mostrare dal padrone quell’unica finestra, dalla quale avrebbe goduto la vista della piazza; era all’angolo orientale. La finestra s’apriva sopra un balcone piccolo, di grevissimo disegno, Loris notò che la doccia, scendente dal cornicione del tetto, lambiva il balcone.

Un lampo gli si accese negli occhi.

— M’accorgo che è impossibile appagare la mia signora. La stagione teatrale comincia fra un mese; se questa vedova acconsente, farò disporre un arredo provvisorio da un tappezziere: per il momento bisognerà accontentarsene. Oggi è lunedì, sabato tutto dovrebbe essere terminato.

Combinarono che prima di mezzogiorno Loris andrebbe a prendere la risposta.

Allora corse subito in cerca di Sergio Nicolaievich Lemm, al vicino villaggio di Touchino sulla strada di Pietroburgo. Loris aveva noleggiato una telega a due cavalli, che andavano come ii vento; non mancava molto a sera quando giunse al villaggio. Fortunatamente riconobbe Lemm, solo, che passeggiava colla testa bassa, a mezza versta dalle prime isbe.

— Sergio Nicolaievich, gli disse rapidamente, sono sicuro che mi riconoscete. Bisogna che veniate subito con me a Mosca; ve ne spiegherò la ragione per strada.

Gli abiti del piccolo ebreo erano anche più laceri. Avrebbe voluto chiedere spiegazioni, ma l’altro si contentò di accennargli che si trattava di