Pagina:Oriani - Il nemico.djvu/175

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fatica fu nello scoppettare i tappeti per togliere ogni traccia: poi con una sottile sega da orefice, quasi sorda, tagliarono tre assi dal fondo degli armadi, e li ricollocarono di contro al vano. La breccia era aperta; bastava tener inchiavati gli armadi perchè nessuno la scoprisse.

L’indomani Lemm, dopo aver fatto un segno ad Olga dalla propria finestra, per assicurarsi che Matrona Carpowna non fosse nell’appartamento, v’entrò trionfalmente. Era ilare. Allora Loris gli espose il proprio disegno: il modo immaginato per far saltare il teatro era di una semplicità assurda a forza di essere temeraria. Entrambi lo ascoltavano immobili, senza fiatare; nessuna obbiezione era possibile: o ricusare, o entrarvi quasi colla sicurezza di non riuscirvi. Ma in questo caso n’andava di mezzo la vita.

— Non c’è che dire, rispose finalmente Lemm: tutto è calcolato, ma avremo quasi il cento per cento contro. E voi, Olga?

Ella mormorò tremando:

— Tutta quella povera gente....

— Chi? le si volse Loris con impeto: la corte, l’aristocrazia? Non sono dunque i nostri nemici?

Ma Lemm le venne in soccorso.

— Olga alludeva ai cantanti, a tutta la gente di teatro.

— Vorreste dare una battaglia senza morti accidentali? D’altronde i cantanti sono anch’essi